

Secondo i sindacati la carenza infrastrutturale e la limitata accessibilità dei territori sono due dei principali fattori che alimentano lo spopolamento, di conseguenza la strategia da adottare deve poggiare su un piano di interventi che includa un potenziamento della rete infrastrutturale integrale. è necessaria una riqualificazione delle strade provinciali e regionali e lo sviluppo del trasporto ferroviario delle aree interne, al fine di migliorare la mobilità di persone e merci, un rafforzamento degli scali aeroportuali e dei collegamenti intermodali, per favorire l’accessibilità turistica e commerciale, e infine la valorizzazione del patrimonio locale, attraverso progetti di recupero dei borghi, sviluppo di percorsi turistici integrati e sostegno alle filiere produttive territoriali.
Casorelli e Marchesano evidenziano come “le infrastrutture rappresentano la condizione necessaria per generare sviluppo” e come ““Investire nei trasporti e nella riqualificazione delle aree interne significa creare le condizioni per un’economia più dinamica”.
Per i due sindacati, la chiave per ottenere questi risultati è la programmazione coordinata tra istituzioni locali, governo, imprese e parti sociali, per una pianificazione pluriennale che coniughi sostenibilità, innovazione e inclusione sociale.
“La sfida – concludono i segretari – non si esaurisce nella realizzazione di opere: serve un modello di sviluppo che trasformi le aree interne in poli attrattivi, capaci di competere e di offrire prospettive concrete alle comunità”.